sabato 19 luglio 2008

La iena e l'elefante

Un giorno qualunque in una terra qualunque un elefante consumava tranquillo il suo pasto di erba e foglie, sotto la timida ombra di un alberello, quando, in quel luogo pacato sopraggiuse un gruppo di nervose iene maculate.
Le iene, quando nei loro soliti scorrazzamenti nella savana si imbattevano nel grande elefante si fermavano per deriderlo riguardo al fatto che nonostante il grosso pachiderma fosse dotato di una grande mole, due zanne affilate e una lunga proboscide non era in grado di cacciare selvaggina fresca, ma stava tutto il giorno a masticare erba e pensare a un rimedio per la siccità, mentre loro con esili corpi si procuravano grandi quantità di cibo senza porsi tante inutili domande.
Ovviamente il saggio elefante rispondeva a tono ricordando alle iene che erano semplici mangiatori di cadaveri guidati solo dal loro piu basso istinto.
Gli altri anmali, stufi delle continue liti tra iene e elefante si rivolsero al sovrano di quelle terre, il re di tutti gli animali, il leone (e chi se non il leone!) che preso atto della situazione convocò l'elefante e la iena matriarca, dicendo che se volevano continuare a vivere in quelle terre dovevano superare una semplice prova. Tale prova consisteva nel sopravvivere piu giorni in una terra desolata priva di ogni forma di vita, e pertanto per superarla iena e elefante dovevano dimostrare astuzia ma anche grande intuito.
Iene e elefante vennero così bendati e condotti nel luogo segreto predisposto per le prova e lasciati in balìa delle loro capacità.
La iena matriarca pensò che per prima cosa era necessario trovare del cibo, pertanto ordinò al suo branco di ispezionare tutta la zona alla ricerca di selvaggina, ma questo piano si rivelò presto inutile in quanto la zona era completamente inanimata, così giunta la notte le iene del branco stanche ed affamate giudate solo dal loro piu macrabro istinto di sopravvivenza finirono per sbranarsi l'un con l'altra.
Mentre il saggio elefante decise di agire con cautela e adagiato nel luogo dove era stato lasciato decise di studiare la situazione e l'ambiente circostante con minuziosa precisione sperando di individuare un metodo valido per sopravvivere. Giunse anche per l'elefante la notte, ma ancora nessuna soluzione era stata trovata dal gigantesco animale che pertanto (con malincuore) decise di affidarsi all'istinto, ma da troppo tempo aveva fatto a meno del suo istinto tanto da averlo perduto per sempre. Rammaricato l'elefante decise di incamminarsi lungo la via piu impervia che fin da subito le sue valutazioni razionali gli avevano sconsigliato, credendo che questa via sarebbe stata la via consigliata dal suo istinto qualora non l'avesse perduto.
Pochi giorni dopo in quella desolata terra tornarono il leone e i suoi sudditi che trovarono l'elefante e la iena privi di sensi e ad un passo dalla morte, pertanto li raccolsero e li riportarono nella loro savana.
Poco tempo dopo l'elefante si era completamente rimesso in sesto e tornò alle sue domande e ai suoi pensieri sotto l'ombra di un alberello , così come la iena, che tornò a correre nella pratreia senza uno scopo ben preciso. Insomma tutto tornò come era cominciato.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

morale della favola?

Il Barone Rosso ha detto...

Ovvio...colui che è guidato solo dal suo istinto non va da nessuna parte e così anche colui che è solo guidato dalla razionalità (ahimè)!!!

Anonimo ha detto...

a meno che l'istinto nn si mangi la razionalità : D

Il Barone Rosso ha detto...

te la vedi una iena spelacchiata a attccare e abbattere un elefante bello vivo e grosso???!!! lol

Anonimo ha detto...

un branco di iene te lo tirano giù un elefante grosso e sonnakkioso...conta che nn in tutti la razionalità è un grosso elefante e l'istinto una iena spelakkiata...in tanti la razionalità è al massimo un cucciolo di elefante...

Il Barone Rosso ha detto...

Bhe...ma la storia parla di un grosso elefante e un branco di stupide iene...eheh...quindi fidati non lo tirano giu! lol