lunedì 30 giugno 2008

Dovesi piu non mi pesi!!!


Bhe dopo tre volte, ti dovevo per forza battere...ho vinto io caro matador!!!
Ora gli altri...uff...
http://www.cse.scitech.ac.uk/events/mssqc/gallery.htm

domenica 29 giugno 2008

Trova L'errore


Non so, ho come l'impressione che su questa scrivania ci sia qualcosa fuoriluogo???....Ma cosa??? LOL

venerdì 27 giugno 2008

Se il genio e la discontinuità tennistica avessero un volto....



Bhe ne avrebbero 2!!! Sempre tornando sul discorso di prima!!!
(Quelli che vincono sempre sono noiosi non trovate)










giovedì 26 giugno 2008

Stavo giusto...

Tò guarda!...volevo giusto tornare a giocare a tennis, per buttare giu il grasso accumulato nell'ultimo anno (tanto) e chi spunta con un vestito trasparente (probabilmente firmato da un grande stilista e fatto per l'occasione e solo per lei) a Wimbledon??? La Sharapova...bhe se non altro non è come il toro (Nadal) che gioca con i bermuda a mezza caviglia!!!
Che dite secondo voi mi allena, la Maria??? lolol
Viva il Tennis e viva la Russia non solo quella tennistica!!! lol





domenica 22 giugno 2008

Toro Vs Matador


Avrai anche una gran classe amico mio, sarai anche molto elegante...ma questa volta DEVI perdere...questa volta siamo noi che ammazziamo te...holè

martedì 17 giugno 2008

Alchimista


Momentaneamente Topo Di Laboratorio....

venerdì 6 giugno 2008

Il Numero 3

So che al piu della gente annoierà questo post, ma siccome questo blog è nato con l'intento di scrivere e annotare tutto ciò che mi passa per la mente voglio riportare qui un piccolo spunto del libro di Baricco, "I Barbari"

" ...Ai tempi ero dell'idea che la vita fosse un compito da assolvere, non una festa da inventare, e quindi mi attenni per anni a quell'indicazione di massima, crescendo con la testa di un difensore e scalando le categirie calcistiche con sulla schiena il numero tre.
Era, allora, un numero completamente privo di poesia, ma alludeva ad una disciplina rocciosa e imperturbabile. Corrispondeva piu o meno all'idea, imperfetta, che mi ero fatto di me.
In quel calcio il difensore difendeva. Era un tipo di gioco in cui se avevi sulla schiena il numero 3 potevi giocare decine di partite senza mai passare la linea di centrocampo. Non era richiesto. Se la palla era di la, tu eri di qua, e rifiatavi. La cosa ti dava una strana percezione della partita. Io, per anni, ho visto le mie squadre fare goal lontani e vagamente misteriosi: erano cose che accadevano laggiu , in una parte del campo che non conoscevo e che, ai miei occhi di terzino, replicava l'aura leggiadra di una località balneare, oltre le montagne: donne e gamberoni. Quando si faceva goal , laggiu tutti si abbracciavano, questo me lo ricordo bene. Per anni li ho visti abbracciarsi, da lontano. Ogni tanto mi è anche successo di farmi tutto il campo per raggiungerli , e abbracciarmi anch'io, ma non funzionava tanto: arrivavi sempre un po' dopo, quando la parte proprio svergognata era già finita: ed era come ubriacarsi quando gli altri stanno già tornando a casa. Così la maggior parte delle volte, rimanevo al mio posto: ci si dava un'occhiata sobria, tra difensori. Il portiere , quello era sempre un po' matto: se la cavava da solo.
Ai tempi si marcava a uomo. Questo significa che per tutta la partita giocavi appiccicato a un giocatore avversario. L'unica cosa che ti era richiesta era: annullarlo. Questo imperativo portava a intimità quasi imbarazzanti. Era un calcio semplice, per cui io, che avevo il numero 3, marcavo il loro numero 7: e i numeri 7 erano, in fondo, tutti uguali. Magretti, gambe storte, veloci, un po' anarchici, casinisti pazzeschi. Parlavano molto, litigavano con tutti, si assentavano per decine di minuti, come presi da improvvise depressioni, e poi ti fregavano come serpenti, guizzando con vitalità improvvisa che aveva l'aria del sussulto del morente. Dopo un quarto d'ora sapevi già tutto di loro: come fintavano, quanto odiavano il centravanti, se avevano problemi al ginocchio, che mestiere facevano e che deodorante usavano. Il resto era una partita a scacchi in cui lui teneva i bianchi. Lui inventava, tu distruggevi...."

giovedì 5 giugno 2008

Cosa facciamo oggi?...quello che facciamo tutti i giorni!!!

A grande richiesta la Wersa's B. ci presenta Mignolo col Prof...io me li ricordavo diversi...voi???
Sarà perchè si alternano ogni 5 anni, anzi neppure ogni 5!!!!



L'idiot c'est moi


Reggia di Versa-illes (San Valeriano) fine '600 inizio '700, uno degli avi del mio caro alterego si diletta nel suo hobby preferito, l'ozio !
Sono lieto di presentarvi CiAcisbeo!!!
Ogni riferimento è del tutto casuale!!! Un grande lol per il mio barista preferito....il maggiordomo!!!

mercoledì 4 giugno 2008

La quiete dopo la tempesta!

Lo so che sembra mooooooolto, ma mooooooooooooooooooooooooolto da traviato mentale dopo 2-3 settimane di pura tempesta stile equatore, con alluvione allegata...per non dire ALLAGATA...eheh...parlare di pioggia, ma queste parole sono molto, troppo belle!!!

"Mi piace la pioggia, purchè non sia troppo violenta. La pioggia esalta gli odori, quelli dei marmi qui intorno, dei muschi, della terra, degli olivi. La pioggia è sensuale..."

Tratto da "Storia della Libertà di Pensiero" di Paolo Villaggio.

domenica 1 giugno 2008

Inno all'originalità!


"Lo strano fiore"

In un tempo lontano, in una bella distesa di grano, nacque un nuovo fiore. Era diverso da tutti gli altri, e le spighe, con il loro dolce ondeggiare cullate dal vento lo guardavano con diffidenza "un estraneo tra noi" dicevano "che sciagura, rovinerà lo splendido panorama che solo noi riusciamo a creare!", a volte lo prendevano in giro, la spiga Gina diceva: "Ma guardati sei proprio strano, sei troppo giallo, sarai malato?".
E il fiore dal lungo stelo, si sentiva sempre più solo, sempre più triste, e mentre cresceva la sua testa si chinava in basso, per la vergogna di essere diverso.
Le spighe, vedendo che il nuovo arrivato non si difendeva neanche, presero ancora a elogiare le loro qualità una volta raccolte, facendo sentire il nostro fiore ancora più inutile.
Dicevano in coro: "con il nostri frutti si fa la farina, con la farina si fanno i biscotti le torte e pure la pastasciutta di cui ogni creatura ne va ghiotta!" e la spighe gemelline gli dicevano: "e tu, dicci un po', a cosa servi? Secondo noi proprio a niente!"
E lo strano fiore si chinava sempre più a guardar la terra! Ma un giorno passò di lì una donna con il suo bambino, e le spighe eccitate dai complimenti che sapevano avrebbero ricevuto, si sussurrarono l'un l'altra a bassa voce: "coprite il buffo fiore, di modo che non lo possano vedere!". Ma il bambino curioso notò lo strano fiore tra le spighe di grano, fece avvicinare la sua mamma, e le chiese: "Mamma cos'è questa pianta, a che serve, perché è così china?".
La donna riuscì a vedere attraverso la sua solitudine e si commosse, versò una lacrima che finì proprio al centro del cuore del giovane fiore, che sentì per la prima volta un'emozione d'amore. "E' un girasole, il più bel fiore", disse la mamma, "è nato per caso tra le spighe di grano e non sentendosi accettato ha chinato il capo, forse non sa che i suoi tanti fratelli sono talmente belli e talmente fieri da avere il capo eretto per guardare in faccia il sole.
E poi, piccolo mio, immagina che questa distesa di grano sia un bel piatto di pastasciutta condita da un filo d'olio, il frutto del suo girasole"
Da allora il girasole alzò il capo per guardare il sole da mattina fino a sera, ma senza rancore per le sorelle spighe, che chiesero perdono per il male causato ma soprattutto capirono che un fiore non è peggiore solo perché diverso, che ogni creatura porta dentro di sé la propria bellezza e lo scopo della propria esistenza, e che invece di canzonarlo per tanto tempo avrebbero semplicemente potuto aiutarlo.