domenica 30 marzo 2008

Elezioni 2008?...Chi non votare!!!

Si avvicinano le elezioni, pertanto ho deciso di fare un riassuntino della vita dei nostri politici di spicco, partendo con lo psiconano, ovvero pulcinella Silvio Berlukaiser, candidato Popolo della libertà per i ricchi.
Ovviamente per rispettare la par condicio tutte le informazioni saranno prese da wikipedia attraverso un semplice copiaincolla! Ma prima devo dichiarare perenne odio allo psiconano!

Nell'inverno del 1993, in seguito al vuoto politico che si era formato dopo lo scandalo di Tangentopoli, Berlusconi decide di scendere direttamente in prima persona nell'arena politica italiana, scelta probabilmente dettata dalla convenienza personale (finalizzata a salvare le sue aziende sull'orlo del fallimento ed evitare il carcere).
Rimane tuttora ignota, a distanza di più di 40 anni, la fonte degli ingenti capitali di cui dispose il ventisettenne Silvio Berlusconi per avviare la sua attività imprenditoriale. Interrogato sulla questione in sede giudiziaria dal P.M. Antonio Ingroia, Berlusconi si avvalse della facoltà di non rispondere; inoltre, ancora oggi gli istituti di credito svizzeri negano alla magistratura italiana la possibilità di accedere alle identità dei possessori dei conti cifrati inerenti al flusso di capitali transitato all’epoca e in piena disponibilità della Fininvest.
Va comunque ricordato che al tempo in cui Luigi Berlusconi era procuratore generale della Banca Rasini, La stessa banca Rasini fu indicata da Sindona e da altri collaboratori di giustizia come coinvolta nel riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa.
Nel 1999 Francesco Giuffrida, vicedirettore della Banca d’Italia a Palermo, durante il processo Dell'Utri, sostenne, in una consulenza da lui eseguita per conto della Procura di Palermo riguardante la ricostruzione degli apporti finanziari intervenuti alle origini del gruppo Fininvest tra gli anni 1975-1984, che non era possibile identificare la provenienza di alcuni fondi Fininvest del valore di 113 miliardi di lire dell'epoca in contanti e assegni circolari (corrispondenti a circa trecento milioni di euro odierni). La questione riguardava i sospetti di presunti contributi di capitali mafiosi all'origine della Fininvest.


1974 l’avvocato palermitano Marcello Dell'Utri , mise in contatto Berlusconi con Vittorio Mangano, che venne impiegato dallo stesso Berlusconi .
A suo carico, nel periodo successivo all’impiego a villa San Martino, una condanna per traffico di droga e un’altra per associazione mafiosa semplice. Fu inoltre sospettato del rapimento di Luigi D’Angerio, che avvenne nella notte di S. Ambrogio del 1974, subito dopo una cena ad Arcore. La procura della repubblica di Palermo sostiene che Marcello Dell’Utri era a conoscenza dei precedenti penali di Mangano.

La televisione

La creazione di un gruppo di canali televisivi appariva di fatto in contrasto con la legge in vigore e con le sentenze della Corte costituzionale che, sin dal 1960 (n. 59/1960), aveva mostrato il suo orientamento in materia. Un tema ripreso anche dal più recente pronunciamento del 1981, dove veniva riaffermata la mancanza di costituzionalità nell'ipotesi di permettere ad un soggetto privato il controllo di una televisione nazionale, considerando questa possibilità, visti gli spazi limitati a disposizione, come una lesione al diritto di libertà di manifestazione del proprio pensiero, garantito dall'articolo 21 della Costituzione.Tre pretori da Roma, Milano e Pescara (tra cui Giuseppe Casalbore) intervennero nel 1984, disponendo - in base al codice postale dell'epoca - il sequestro nelle regioni di loro competenza del sistema che permetteva la trasmissione simultanea nel Paese dei tre canali televisivi. Dopo quattro giorni, il governo di Bettino Craxi, intervenne direttamente nella questione aperta dalla magistratura emanando un decreto legge in grado di rimettere in attività il gruppo.Un conflitto di interessi emerge in presenza di proprietari di imprese che vengono ad assumere cariche pubbliche. La contemporanea proprietà di società di assicurazione, di colossi dell'editoria, di imprese turistiche, e così via, acuisce questo problema nella figura di Silvio Berlusconi.

Secondo il settimanale britannico The Economist, Berlusconi, nella sua doppia veste di proprietario di Mediaset e Presidente del Consiglio, deteneva il controllo di circa il 90% del panorama televisivo italiano.
Di fatto durante il governo Berlusconi il CdA della RAI era a maggioranza di nomina della Casa delle Libertà.
L'Indagine mondiale sulla libertà di stampa (Freedom of the Press 2004 Global Survey), uno studio annuale pubblicato dall'organizzazione americana Freedom House, ha retrocesso l'Italia dal grado di "Libera" (Free) a quello di "Parzialmente Libera" (Partly Free) sulla base di due principali ragioni, la concentrazione di potere mediatico nelle mani del Presidente del consiglio Berlusconi e della sua famiglia, e il crescente abuso di potere da parte del governo nel controllo della televisione pubblica RAI. L'indagine dell'anno successivo ha confermato questa situazione con l'aggravante di ulteriori perdite di posizione in classifica. Reporter senza frontiere dichiara inoltre che nel 2004, «Il conflitto d'interessi che coinvolge il primo ministro Silvio Berlusconi e il suo vasto impero mediatico non è ancora risolto e continua a minacciare la libertà d'espressione». Nell'aprile 2004, la Federazione Internazionale dei Giornalisti si unisce alle critiche, obbiettandosi al passaggio di una legge firmata da Carlo Azeglio Ciampi nel 2003, che i detrattori di Berlusconi ritengono sia destinata a proteggere il suo controllo dichiarato del 90% dei media nazionali.


Nel dicembre 2007

Nella telefonata si ascolta Saccà esprimere una posizione di appassionato appoggio politico a Berlusconi criticare il comportamento degli alleati. Berlusconi sollecita Saccà a mandare in onda una trasmissione voluta da Umberto Bossi e Saccà si lamenta del fatto che ci sono persone che hanno diffuso voci su questo accordo provocandogli problemi. Berlusconi poi chiede a Saccà di dare una sistemazione in una fiction ad una ragazza spiegando in modo molto esplicito che questo servirebbe per uno scambio di favori con un senatore della maggioranza che lo aiuterebbe a far cadere il governo. Saccà saluta esortando Berlusconi a impadronirsi della maggioranza quanto prima possibile.

Berlusconi ha sostenuto in sua difesa: "lo sanno tutti nel mondo dello spettacolo, in certe situazioni in Rai si lavora soltanto se ti prostituisci oppure se sei di sinistra. Io ho fatto diversi interventi per personaggi che non sono di sinistra e che sono stati messi completamente da parte dalla Rai”


La situazione di Retequattro è incerta dalla fine degli anni ottanta, dove si iniziò a discutere di concentrazione dei mezzi di informazione, in seguito all'acquisto della Mondadori da parte di Fininvest. Tale situazione perdura nonostante la giurisprudenza sia stata in più occasioni chiara e categorica riguardo la destinazione del canale, il quale avrebbe dovuto migrare dal sistema analogico a quello digitale e le cui frequenze analogiche sarebbero dovute passare ad un diverso concessionario, vincitore legittimo della gara d'appalto: Francesco di Stefano, proprietario dell'emittente televisiva Europa 7 . Con la legge Gasparri Retequattro ha potuto invece continuare a trasmettere in chiaro senza risolvere la succitata discriminazione. Tale legge a luglio 2006 è stata bocciata dall'Unione Europea, che ha chiesto all'Italia di cambiare le regole sulla tv, altrimenti scatterebbe una multa di 300.000 euro al giorno.

Rapporto con la giustizia

In alcuni dei procedimenti giudiziari a cui Silvio Berlusconi è stato sottoposto sono state pronunciate, all'esito del giudizio di primo grado o di appello, sentenze che ne hanno riconosciuto la colpevolezza per reati quali corruzione giudiziaria, falsa testimonianza, finanziamento illecito a partiti e falso in bilancio. In altri procedimenti Silvio Berlusconi è stato invece assolto nel merito, oppure le indagini sono state archiviate. I processi nei quali era stata emessa sentenza di colpevolezza, in primo o secondo grado di giudizio, non si sono tuttavia conclusi con una sentenza di condanna, a seguito di amnistie, del riconoscimento di circostanze attenuanti (che, influendo sulla determinazione della pena, hanno comportato il sopravvenire della prescrizione) e di nuove norme, approvate definitivamente in Parlamento dalla maggioranza parlamentare di centro-destra, che hanno modificato le pene e la struttura di taluni reati a lui contestati, come nel caso del reato di falso in bilancio. Tali norme hanno imposto una valutazione di non rilevanza penale di alcuni fatti a lui contestati, mentre la relativa riduzione delle pene previste per le nuove fattispecie di reato ha fatto sì che i termini di prescrizione maturassero prima che fosse possibile per l'autorità giudiziaria arrivare alla pronuncia di una sentenza definitiva. I parlamentari Gaetano Pecorella e Niccolò Ghedini, eletti nelle liste di Forza Italia e avvocati difensori di Berlusconi in molti dei procedimenti penali a suo carico, erano in quel periodo, durante la XIV Legislatura, anche presidenti della Commissione Giustizia al Senato e alla Camera.

I critici di Berlusconi, sostengono invece che i processi siano iniziati prima della discesa in campo, asserendo che se non fosse entrato in politica sarebbe finito in bancarotta o in galera, e che, grazie alle cosiddette "leggi ad personam" varate dal suo governo, avrebbe evitato di essere condannato. Essi inoltre sottolineano che, sebbene sia vero che Berlusconi non abbia mai scontato alcuna condanna per i processi che lo riguardano, questo non ne prova l'innocenza, non essendo stato pienamente assolto in tutte le occasioni.

Inoltre va ricordato che berlusconi è a fovore della legge Biagi, che ha aumentato in maniera esponenziale il precariato soprattutto tra i giovani. Tra le sue premure c'è la costruzione della TAV e del ponte sullo stretto, dove probabilmente gli appalti finiranno a società mafiose a discapito della salute dei cittadini. Il cavaliere condannA la sinistra della mancanza di fondi pubblici e del deficit, ma non si ricorda che è stato lui a mandare le truppe in Iraq e Afghanistan che hanno debilitato il bilancio (sembra che una delle cause della crisi statunitense odierna sia dovuta alle eccessive spese della guerra). Ovviamente documentano continuamete le porcherie fatte dal dio di arcore quindi invito tutti a documentarsi sul signor berlusconi, ricordandovi che l'italia non è un'industria ma uno stato, non dimentichiamolo!


4 commenti:

Anonimo ha detto...

se vuoi che lo leggo pubblicalo in più puntate... :->

Il Barone Rosso ha detto...

lol, mica è colpa mia se fa un sacco di puttanate!

Anonimo ha detto...

ma secondo te c'è qualcuno che lo leggerà?
sei sincero??

Il Barone Rosso ha detto...

bho, tanto è mio il blog!